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lunedì 11 giugno 2018

ROSE DI CARNE


ROSE DI CARNE di Matteo Fiorino Torchia






“Rose di carne” è stato, per me, una piacevole sorpresa. Appena ho visto la copertina, sono rimasta un po’ interdetta. Non sapevo cosa aspettarmi. Quando ho iniziato a leggerlo ho subito notato il talento dell’autore, nell’esposizione e descrizione minuziosa delle cose. Una poesia vera e propria! Matteo Fiorino Torchia riesce a rendere importante, a dare “un’anima” anche ad una cosa insignificante, ti rapisce completamente e ti fa immergere nel luogo dove è narrata la storia. Ti coinvolge, diventi un tutt’uno con il sole, la sabbia, le rocce, il mare che ti accarezza con il suo profumo salmastro avvolgendoti languidamente. Solo una persona profondamente legata ed innamorata della sua terra poteva cogliere certi particolari e descriverli nel modo migliore. Riesce proprio a renderti non solo spettatore, ma un vero e proprio abitante del paesino calabrese dove si svolge la vicenda. Il paese, infatti, con la sua moltitudine di facce, espressioni, storie ed emozioni, diventa palcoscenico delle tante “macchiette”, archetipi degli uomini e donne del Sud degli anni ‘80. Fulcro del romanzo, è custodito gelosamente dalle “comari” pettegole che conoscono tutto e tutti e si intromettono nella vita degli altri.
Guai se qualcosa arrivasse a turbare gli equilibri! Infatti le novità, i cambiamenti dovuti al progresso e all’industrializzazione sono visti come qualcosa di pericoloso, astruso, addirittura opera del diavolo. Gli abitanti, con i loro divertenti soprannomi, vivono tra illegalità, vizi, peccati e segreti, ma sono uniti da spirito di solidarietà. L’autore dà prova di conoscere profondamente l’universo femminile, le loro fragilità, la forza, i loro sogni creando delle donne, finte donne e pseudo donne originali e spregiudicate che sono state costrette dalla vita a prendere strade discutibili, ma dolcissime, alla ricerca di amore e attenzioni. Il romanzo non è diviso in capitoli; è un flusso dirompente di parole che ti investe piacevolmente. Il personaggio che ho amato di più è Sandra, cantante omosessuale, forte, determinata, coraggiosa e solidale. L’uso del dialetto calabrese, intercalato qui e là, dà quella marcia in più al romanzo. Merita sicuramente non solo di essere letto, ma di avere una trasposizione cinematografica.

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